Nonostante la loro tenera età, i bambini della scuola materna hanno notevoli capacità espressive che bisogna stimolare con ogni mezzo possibile, canalizzando in senso positivo la loro creatività. Questo lavoro presuppone una grande attenzione da parte dell'operatore, perché deve dare opportunità nuove al bambino al tempo stesso rispettando il suo mondo e il suo linguaggio. Ogni bambino è un essere complesso e unico ed è necessario aiutarlo a far emergere ogni capacità intrinseca. Il bambino non sempre deve disegnare o realizzare cose come altri prima di lui hanno fatto, in altre parole utilizzare soluzioni già adottate. E' in grado di trovare le sue espressioni personali. Sono gli educatori che possono dare il pretesto, l'occasione, l'idea per far emergere il vero io, la vera personalità, il modo di fare personale ed unico di ogni bambino. Innanzi tutto è necessario proporre al bambino diverse esperienze nel campo grafico-coloristico-manuale, in modo da dargli l'opportunità di esprimersi e di acquisire nuove conoscenze. Ogni bambino svilupperà una propria elaborazione personale delle esperienze fatte e delle conoscenze acquisite, tale da permettergli di rimanere se stesso senza cercare di somigliare ad altri e senza ricopiare cose già viste. L'importante, a scuola, non è fare una gran quantità di lavori ricopiati e pensati dall'insegnante oppure ricopiati da qualche libro. In queste occasioni, spesso, la partecipazione del bambino è superficiale, apparente e non reale. Altro è vivere realmente quello che si realizza in modo da prenderne possesso e crescere dando spazio alla propria creatività. Questa è un'attività in cui è indispensabile rispettare la libertà che permette il reale coinvolgimento. Il ruolo dell'insegnante è di animare questi laboratori, di dare delle indicazioni, di far vedere una tecnica, ma poi di lasciare i bimbi del tutto liberi di provare e sperimentare, anche se il risultato non sarà subito dei migliori. Un laboratorio artistico-creativo nell'ambito della scuola materna può funzionare molto bene, ed infatti è già una realtà in molte scuole. E' molto difficile che i bambini pensino che non sanno fare questa o quella cosa, e cosi essi sono tranquillissimi, sicuri di loro, molto naturali, soprattutto i piccolissimi. E così, se non si mettono in dubbio le loro capacità, i risultati sono sempre positivi. Nel laboratorio non è necessario fare delle cose complicate. Nella semplicità si riesce ad esprimere cose inaspettate. Le proposte di lavoro devono essere presentate sotto forma ludica: bisogna sempre rendere il lavoro misterioso e sottolineare l'aspetto magico di certe scoperte. Questo permette ai bambini di essere più interessati già dall'inizio della proposta. La scuola deve essere allegra e incuriosire i bambini. Quando arrivano la mattina, essi devono avvertire una sensazione come se ci fosse qualcosa di nuovo da scoprire. Tenere viva questa aspettativa è fondamentale. L'attività di gioco, creativa e didattica assicura un clima affascinante, perché i bambini s'interessano a tutto se è presentato loro in un certo modo e se si sentono considerati come interlocutori validi, alla pari dei grandi. La routine deve essere eliminata. Nel laboratorio il bambino può ricercare ed affinare il proprio linguaggio e scoprire il suo modo di esprimersi e di comunicare con gli altri, perché è il luogo della ricerca, dell'esperienza, della crescita. Se il bambino impara ad usare i colori e i materiali per realizzare con le proprie mani una forma, un progetto, si verificano cose interessanti: più tecniche egli sperimenta e acquisisce, più grande e varia sarà la sua capacità di esprimere quello che desidera. Ad ogni momento nascono nuove idee e s'intravedono possibilità insospettate. L'insegnante non rappresenta una figura statica e prestabilita. Egli deve tenere conto delle richieste dei bambini, deve ascoltare e interpretare le loro esigenze del momento, le loro necessità vere, capire le cose che per loro sono essenziali. In funzione di questo, egli deve anche saper adattare, di volta in volta, il suo atteggiamento. |