Il Dr. Roberto Maragliano è docente presso l'Università "Roma III" di Roma ed è autore di numerosi studi e saggi sull'argomento legato all'introduzione delle nuove tecnologie nella didattica e nell'educazione.

Per presentare alcune delle proposte che lo studioso italiano ha formulato in questi anni abbiamo scelto di riportare sinteticamente i contenuti esposti in un suo articolo dal titolo "Ringiovanire la scuola dentro la multimedialità".

Anche Maragliano parte dal disorientamento che l'introduzione dei nuovi strumenti tecnologici può comportare nella quotidianità, "le tecnologie della conoscenza fanno rumore". Nel continuo movimento dei media siamo secondo Maragliano coinvolti sempre più come parte attiva, come attori piuttosto che come spettatori di questo mondo in corsa. La domanda che si pone è: "come progettare educazione correndo?" Nella nuova "Torre di Babele del genere umano", innalzata dal caos informazionale, bisogna ridare vicinanza tra la scuola e la realtà, che ormai, anche per Maragliano, è caratterizzata dal ritorno ad una seconda oralità, in cui l'apprendimento e la ricezione dei messaggi non sono più appannaggio esclusivo dell'elemento visivo, legato alla scrittura ed alla stampa, ma si sono estesi a tutti i sensi dell'uomo, stimolati ed eccitati dai nuovi media.

"Cosa si intende per multimedialità? Quali potrebbero essere le condizioni - situazioni d'uso della multimedialità da parte della scuola? Che rapporto sarebbe giusto istituire, da adulti, per recuperare la concretezza della relazione d'amore che unisce bambino e macchine multimediali ed investire su di essa?"

Sono queste le tre domande alle quali Maragliano intende rispondere in quest'articolo, e le risposte secondo noi risultano molto utili, anche se riferite e legate più strettamente al contesto della scuola, anche per chi lavora e si occupa di ludoteche che, come ricordiamo, noi pensiamo in un rapporto stretto di collaborazione e di integrazione con le istituzioni scolastiche e sociali.

Alla prima domanda risponde con le parole di Nicholas Negroponte, che nel suo "Essere digitali" (Milano, 1995) indica gli ingredienti della multimedialità nella "ricchezza audiovisiva", nella "profondità conoscitiva e informativa" e nella "interattività"; ognuno di questi ingredienti ha secondo Negroponte una matrice materiale e linguistica ben definita, che corrisponde per la ricchezza audiovisiva allo stile delle trasmissioni d'intrattenimento della televisione, per la profondità culturale al libro stampato e per l'interattività al computer. La multimedialità sarebbe il punto d'incontro di queste tre risorse. Quindi anche secondo Maragliano il prodotto multimediale "dovrebbe risultare ricco, profondo e mobile, cioè avvincente come un film o un buon prodotto televisivo, sistematico come un libro ed interattivo come un videogioco". Il condizionale è secondo l'autore però d'obbligo perché è purtroppo ancora facile che un prodotto multimediale sia "stupido come certa televisione, arido come certi libri e statico come certi software di calcolo".

Alla luce di questa considerazione risponde su come si può far entrare la multimedialità nella scuola, e propone tre scenari possibili: che la macchina multimediale entri nella scuola con un ruolo strumentale, prendendo il posto del "libro, del proiettore o del giradischi", ma per fare le stesse cose che si facevano prima; secondo ruolo che la macchina può ricoprire è quello di diventare oggetto di studio, oggetto didattico, allontanandosi così dal ruolo di "soggetto didattico" e il terzo ruolo, che è quello che più si avvicina alle intenzioni manifestate dalle tecnologie didattiche, consiste nell'assumere il multimediale come "ambiente di lavoro", ripensando e ridefinendo i "contenuti e le forme dell'insegnamento in un'ottica di integrazione piena tra l'autorevolezza della macchina del sapere per eccellenza (il libro) e la forza d'urto delle macchine e dello svago e del coinvolgimento (tv, cinema e videogioco)".

Questo è ciò che intende Maragliano per "edutainment", formazione ed intrattenimento con rilievo e dignità pari. Siamo d'accordo.