Nuove modalità di organizzazione del lavoro
Il telelavoro non è semplicemente cambiamento del posto in cui si svolge il lavoro esistente; è anche scomparsa di vecchi mestieri, sostituiti da nuove opportunità di lavoro. I nuovi lavori possono essere svolti ovunque: non solo a casa anziché in ufficio, ma anche in altre aziende, in altri settori, in altre nazioni e in altri continenti. Grazie a questa nuova modalità di produzione anche la forza lavoro, ossia il fattore produttivo statico per eccellenza, può partecipare al processo di globalizzazione dell’economia dal quale (almeno per il momento) pare essere tagliato fuori. I programmatori della regione indiana di Bangalore che lavorano per le aziende americane dell’informatica residenti nella Silycon Valley, così come i lavoratori filippini utilizzati da alcune Compagnie Aeree occidentali per delocalizzare l’attività di prenotazione dei voli sono esempi che rendono bene l’idea di come il telelavoro possa promuovere la delocalizzazione produttiva, senza che l’impresa debba realizzare costosi investimenti diretti all’estero. Considerando il ruolo sempre più importante che i flussi internazionali di informazioni rivestono rispetto ai flussi internazionali di merci nell’ambito dei processi produttivi aziendali, si può immaginare che il telelavoro verrà utilizzato in misura crescente nei processi di internazionalizzazione delle imprese. Il telelavoro è facilmente utilizzabile in tutte quelle mansioni che richiedono un’intensa attività di manipolazione di dati e di gestione dell’informazione. Le aziende che per prime lo hanno introdotto operano nel settore informatico, nella telematica e nella fornitura di alcuni servizi; ossia in quei settori dove l’informazione assume un ruolo centrale a livello di operations. Basti pensare all’attività di sviluppo software, all’attività di monitoraggio del traffico di rete, alle attività di consulenza, tutoraggio, traduzione, ricerca e a tante altre attività che possono essere svolte indifferentemente a distanza, così come in azienda. Negli ultimi due decenni è aumentata la complessità dell’ambiente in cui le imprese operano e l’informazione ha assunto un ruolo centrale nella gestione di ogni impresa, non solo per quelle legate ai servizi e all’alta tecnologia. Ciò sta comportando una trasformazione del modo di fare impresa e si parla di terziarizzazione dell’attività produttiva, proprio a voler sottolineare l’importanza della componente immateriale. La crescente importanza dell’informazione ha spinto le imprese a rivedere il loro sistema informativo aziendale in modo da renderlo più efficiente e reattivo agli stimoli di mercato. Questa trasformazione trova le sue origini nell’ evoluzione del contesto competitivo, le cui cause principali sono: l’internazionalizzazione dei mercati, lo sviluppo tecnologico, la personalizzazione dell’offerta, il ruolo cruciale assunto dalla risorsa "tempo" nel prendere le decisioni e nel soddisfare la domanda. Di fronte al cambiamento l’impresa reagisce attribuendo un ruolo centrale all’informazione e ripensando il contenuto delle funzioni aziendali. Nella logistica diviene cruciale l’integrazione a valle con la distribuzione (c.d. category management) e gli stessi venditori debbono tenersi maggiormente in contatto con la sede dell’impresa produttrice per consultare cataloghi e campionari aggiornati, per mettere a punto soluzioni personalizzate rispetto alle esigenze di quest’ultimo, per fornire assistenza al cliente. La vendita e l’assistenza post-vendita rappresentano le funzioni aziendali in cui il telelavoro può attecchire meglio nell’immediato futuro. Questa impressione si ricava sia dall’analisi delle più note esperienze di telelavoro in Italia, sia dalle risposte ai questionari che il Consorzio Lavoro Ambiente ha somministrato a imprese di diverse dimensioni e appartenenti ai settori più diversi del mondo CONFAPI. Si possono immaginare altre funzioni aziendali gestibili con il ricorso al telelavoro. Una di queste è la funzione di marketing, la quale prevede scambi di dati con: azienda madre, canali di distribuzione e società di consulenza per poi elaborare gli stessi dati e fornire informazioni all’area produzione dell’azienda. Anche le aree controllo di gestione, finanza e contabilità presentano le condizioni adatte all’introduzione del telelavoro. Ciò in quanto la possibilità di sostituire i supporti cartacei con le memorie di massa dei computer permette alle imprese di esercitare su queste aree il business process reengineering, adottando soluzioni informatiche di tipo integrato (es. ERP). La creazione di basi di dati che si aggiornano automaticamente ogni volta che l’impresa svolge una normale operazione (es. fatturazione, busta paga, ecc.) permette anche a chi non risiede fisicamente in azienda di avere sempre a disposizione dati aggiornati su cui compiere elaborazioni. Dalla ricerca di campo condotta sul campione di imprese CONFAPI risulta che né la dimensione produttiva, né il settore industriale in cui l’impresa opera sono variabili in grado di influenzare l’atteggiamento dell’imprenditore nei confronti del telelavoro. Le imprese che hanno pensato al telelavoro come modalità per acquisire nuovi collaboratori o per rendere più flessibili i loro rapporti di lavoro subordinato appartengono tanto a settori tradizionali, quanto a settori scale intensive ed high tech. |
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