L’esplicitazione delle competenze, come noto, costituisce una delle problematiche più complesse delle ricerche sulle professioni, tanto più quanto più, come nel nostro caso, le competenze si esercitano all’interno di contesti organizzativi non rigidamente strutturati, non articolati in funzioni e gerarchie precise ed in situazioni lavorative fortemente disomogenee ed imprevedibili. Abbiamo comunque, intervistando i ludotecari, tentato di tracciare un quadro sia del profilo di competenza attuale che di quello atteso in ragione delle trasformazioni e delle tendenza previste per il futuro.
Anche in questo caso, come nel caso dell’analisi delle attività, si è optato per una distinzione tra l’area delle competenze cosiddette "fondamentali" (le più espresse nel corso delle interviste) e l’area delle cosiddette competenze "complementari". Riteniamo al riguardo, ancora una volta, che la distinzione tra le due aree possa essere spesso labile e che in una gran parte delle esperienze le competenze si collochino sulla border line dell’una e dell’altra. L’area delle cosiddette competenze attese si riferisce invece all’evoluzione del profilo professionale ed all’individuazione delle possibili filieres per la formazione professionale degli operatori. Le tabelle seguenti costituiscono una sintesi delle indicazioni emerse:
COMPETENZE FONDAMENTALI
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Profilo di competenza attuale |
Profilo di competenza atteso |
Sapere |
psicologia dell'età evolutiva pedagogia strutture e finalità dei giochi e dei giocattoli |
Informatica di base giochi elettronici |
Saper fare |
organizzazione e gestione dei giochi proposizione dei giocattoli osservazione partecipante delle dinamiche ludiche rilevazione di nuovi bisogni progettazione ed organizzazione di nuove iniziative ludiche costruire e riparare giocattoli |
catalogazione ed archiviazione di giochi, libri e gestione del parco soci attraverso l'informatica |
Saper essere |
utilizzo della comunicazione capacità di comprensione empatica, flessibilità, creatività, precisione |
saper "divenire": disponibilità a rimettere in discussione continuamente conoscenze e metodologie |
COMPETENZE COMPLEMENTARI
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Profilo di competenza attuale |
Profilo di competenza atteso |
Sapere |
storia del gioco e dei giocattoli storia dei giochi e dei giocattoli regionali teoria e tecnica della gestione amministrativa teoria e tecnica dell’archiviazione pianificazione aziendale problem analisys tecniche di laboratorio bibliografia/biblioteconomia ricerche ed analisi territoriali variabili e conseguenze della comunicazione |
tecniche di gestione delle comunicazioni in pubblico tecniche di ricerca sull’ evoluzione dei bisogni sociali elementi fondamentali della ripresa e della fotografia |
Saper fare |
tematizzare una programmazione ludica gestire pubbliche relazioni per curare l’immagine della ludoteca informare sulle caratteristiche e sulle proprietà dei giocattoli e dei giochi aggiornare la dotazione tecnica e strutturale della ludoteca |
organizzazione e conduzione di workshop su tematiche ludiche specifiche |
Saper essere |
capacità di leadership capacità analitiche apertura al nuovo responsabilità intuitività ecletticità capacità di coinvolgimento |
orientamento verso le nuove esigenze ed i nuovi comportamenti dei bambini |
La maggior parte degli intervistati, come anche l’analisi delle tabelle evidenzia, ritiene che il profilo professionale del ludotecario sia sostanzialmente stabile e che non esistano significative differenze tra il profilo di competenza attuale e quello atteso: l’unica sostanziale differenza sembra costituita dall’avvento delle competenze informatiche, sia all’interno degli aspetti "automatizzabili" della gestione organizzativa delle ludoteche (archiviazione, schedatura, prestito, gestione delle biblioteche, ecc.) che soprattutto all’interno delle vere e proprie attività ludiche (il computer ed i video-giochi come strumenti di intrattenimento). In un caso, tra i mutamenti attesi nella professionalità, si cita lo sviluppo degli scambi di esperienze a livello internazionale.
Per quanto concerne invece i cosiddetti "saperi" in cui si oggettivizza attualmente l’esperienza dei ludotecari, le caratteristiche salienti sembrano essere le seguenti:
- la significativa presenza, al fianco delle abilità canoniche del ludotecario (la gestione della sala dei giochi, del prestito, del laboratorio), di una serie di competenze che afferiscono normalmente all’ideal-tipo delle figure manageriali: abilità di leadership, di problem analisys e problem solving, di pianificazione e progettazione, di comunicazione e coinvolgimento, etc. Si tratta di competenze giocate sia sul versante del rapporto asimmetrico tra ludotecario e bambini, che su quello (meno scontato e banale) della definizione e gestione della linea culturale della ludoteca (fisionomia del servizio, rapporto con i soggetti del territorio, cura e promozione dell’immagine);
- la composita fisionomia dell’area delle cosiddette abilità relazionali ("saper essere"), all’interno della quale paiono convivere tanto doti di creatività, duttilità ed intuitività che pre-requisiti attitudinali di precisione, ordine e sistematicità indispensabili per la cura di tutta la parte del lavoro che ruota intorno al significato semantico della "teca", lo scrigno simbolico dove si custodiscono (con ordine ed "amorevolmente") gli oggetti preziosi, i giochi;
- il trend di sviluppo delle competenze teoriche verso la comprensione dello spessore storico e culturale della prassi ludica, delle interrelazioni tra gioco e società, gioco e tradizione, gioco e contesti simbolici; nella misura in cui il ludotecario opera in uno spazio architettonico e simbolico "aperto" rispetto all’ambiente circostante (storia, tradizioni, miti, immaginari collettivi), sperimenta la necessità di costruire esperienze di recupero e ricollocazione del gioco in una cornice spazio-temporale, al fianco di altre, significative prassi di interazione e mediazione sociali;
- il bisogno, espresso dai ludotecari, di costruire le proprie competenze all’interno dell’esperienza ludica ed al tempo stesso di poter riflettere sulle esperienze, sui modi di costruzione e trasmissione della competenza, secondo una prospettiva disegnata dal bisogno di verificare il proprio lavoro all’interno ed all’esterno della ludoteca, di riservare una parte del tempo di lavoro alla elaborazione ed esplicitazione di programmi, alla elaborazione di ipotesi di risistemazione e ri-organizzazione degli spazi e delle strategie di lavoro;
- la tensione verso l’area della interpretazione e previsione dei "nuovi bisogni", espressa anche con il riferimento al tasso di mutamento antropologico presente nell’universo degli utenti, che sembra proiettare la professione del ludotecario anche verso le aree della prevenzione del disagio, della costruzione di uno spazio sociale polivalente dove una complessa fenomenologia di domande sociali possano trovare risposte ludiche; le ludoteche, in tal senso,ricercano quasi naturalmente una complementarità (non una confusione o una sovrapposizione) di ruoli con altri soggetti (istituzionali e non) operanti nell’ambiente circostante;
- l’area cosiddetta del "saper divenire" come quarta macro-coordinata di aggregazione delle competenze che, al fianco del sapere, saper fare e saper essere, appare in grado di cogliere un prerequisito indispensabile per l’accesso e la permanenza con successo all’interno di questa professione.
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