Nel capitolo precedente (indagine sui testimoni privilegiati) ci siamo già soffermati sul problema della "formazione al lavoro" dei ludotecari, della sostanziale inesistenza di curricula standardizzati e della ampia diffusione delle competenze professionali costruite all’interno delle esperienze di lavoro. Anche l’indagine condotta sul nostro campione di ludotecari ha confermato l’importanza che la soluzione di questo problema riveste per lo sviluppo del sistema ludotecario in Italia e per la capacità del settore di esercitare una reale "attrazione occupazionale". Le indicazioni emerse dalla ricerca, riferendosi a tutti operatori stabilmente inseriti nel settore, illuminano le prospettive possibili per l’impostazione di politiche di formazione continua, ma forniscono indicazioni utili e praticabili anche per l’impostazione di percorsi di prima formazione. Abbiamo chiesto ai nostri ludotecari quali problemi, quali criticità della propria professione potrebbero essere avviati a soluzione (anche) attraverso l’aggiornamento professionale e su quali aree sarebbero disposti/interessati a frequentare iniziative di aggiornamento:

  Quali soluzioni potrebbero essere trovate sulla base di un suo aggiornamento professionale Aree di competenza sulle quali vorrebbe essere aggiornato
1 ampliamento e diversificazione del servizio per gli utenti abilità tecnico-manuali
tecniche di valutazione
2 miglioramento della gestione qualiquantitativa delle attività di laboratorio animazione di burattini e marionette
macro-costruzioni
costruzione di bambole, nacchere e costumi
3   scambi culturali
4 migliore identificazione del proprio ruolo ed acquisizione della capacità di "re-inventarsi" conoscenza dei bisogni educativi
conoscenza di altre culture ludiche
conoscenza dell’ambiente
5   conoscenze di altre realtà ludotecarie
abilità tecnico-manipolative
gestione di pubbliche relazioni
6    
7   scambi di esperienze con ludoteche e biblioteche
panoramiche sul mercato del gioco
internazionale
giochi al computer
8   pedagogia e psicologia
scienze naturali
costruzione di giochi
falegnameria
costruzione di aquiloni
manipolazione della creta
Come si può constatare le aree di interesse formativo si presentano ampie e diversificate: alcune mettono in luce specifici fabbisogni di apprendimento tecnico, altre di apprendimento teorico e mirato anche all’acquisizione di strumenti di auto-aggiornamento ("sapere come si fa per sapere"). Una sola necessità ci pare raccogliere una polarizzazione significativa di indicazioni: quella di interscambio culturale ed esperenziale tra ludotecari, di opportunità di dialogo e confronto.

Per testare la consistenza dei fabbisogni specifici di apprendimento tecnico (drammatizzazione, laboratorio, ecc.) occorrerebbe naturalmente lavorare su più ampie, specifiche rilevazioni dei bisogni formativi, anche se nel caso delle ludoteche, per tutte le ragioni che abbiamo più volte menzionato, appare comunque difficile lavorare su ipotesi di aggregazione dei bisogni all’interno di ampi progetti-quadro di aggiornamento. Più agevole ed immediatamente fattibile risulta piuttosto l’ipotesi di lavoro incentrata sulla realizzazione di work-shop di socializzazione delle esperienze, delle problematiche e delle strategie di risposta adottate di fronte all’emergere di criticità comuni. Potrebbero questi workshop costituire anche l’occasione per riflettere più approfonditamente su tutte le entità e le sfaccettature della professione del ludotecario, gettare le basi per omogeneizzare significati e prassi attualmente troppo diversi ed assai poco comunicanti tra loro.

Il rafforzamento del collegamento, la creazione di un network delle esperienze appare pertanto ormai una necessità indilazionabile, indispensabile alla crescita stessa del processo di identificazione professionale dei ludotecari ed alla conseguente messa in opera di richieste di legittimazione, riconoscimento, tutela. Al tempo stesso, appare evidente la necessità di ulteriori, più approfondite ricerche per fornire ai sistemi formativi regionali indicazioni più praticabili per l’attivazione di azioni educative mirate. In alcune interviste, in alcuni tra gli atteggiamenti registrati è parso di dover annotare una certa "stanchezza" dei ludotecari, una sorta di disillusione sulle possibilità di sviluppo complessivo del settore e di soddisfazione delle aspettative che da più anni attendono prospettive di realizzazione. La creazione del network non potrà trascurare la eventuale presenza di queste difficoltà di partenza, ma al tempo stesso non dovrà farsene imbrigliare: la posta in gioco è in ogni caso la riscoperta di un bisogno sociale, cui devono essere garantite risposte di spessore, portata, carattere sociali.

Per quanto riguarda le nostre ipotesi di lavoro di formazione iniziale, rimandiamo al capitolo su progettazione e risultati del nostro corso di formazione.

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