Attualmente, come emerge dalle opinioni degli intervistati, le ludoteche sono soprattutto, con la recente eccezione della Sardegna, una realtà dei centri urbani medio-grandi del Nord e del Centro Italia. Le realtà del Mezzogiorno sono numericamente poco rilevanti e talvolta, nelle opinioni di qualche interpellato, anche arretrate.
Parlando in cifre la suddivisione territoriale é la seguente:
Nord |
70,14% |
Centro |
22,40% |
Sud |
7,46% |
il 62,68% è concentrato in tre Regioni: Veneto, Emilia Romagna e Toscana (le ludoteche) oggetto della ricerca sono risultate:
sotto 150 mq |
57,59% |
sotto 150 mq |
17,5% |
oltre 200 mq |
24,6% |
Si configura pertanto, in questo come del resto nella quasi totalità delle misure sociali, infrastrutturali e di sostegno per l’occupazione, la necessità di prevedere una priorità ed un’attenzione particolari per le aree del Sud, volte a riequilibrare la situazione esistente e verosimilmente anche a funzionare come strumenti di intervento sociale nelle situazioni più a rischio.
Situazioni a rischio che, come rivela la panoramica di valutazioni seguente, i nostri testimoni privilegiati individuano in alcuni casi nelle aree urbane, in altri casi anche nei piccoli centri e nelle zone rurali. La diversità delle opinioni raccolte, suscita l’interesse per lo sviluppo di futuri approfondimenti, anche perché la prospettiva della capillarizzazione del servizio ludotecario, sia articolata per quartiere nelle metropoli che diffusa sul territorio per i piccoli centri e le aree rurali, non è certamente indifferente rispetto la futuro economico possibile per le nuove iniziative e per il loro impatto occupazionale.
In ragione del contesto di riferimento (grande città o piccolo centro, quartieri a differente composizione socio-culturale, aree urbane od agricole) cambia la fisionomia dei servizi che la ludoteca dovrebbe offrire.
Ci sembra che le opinioni degli intervistati convergano intorno a due insiemi di considerazioni, peraltro tra loro ampiamente complementari:
- un primo insieme concerne la possibilità di offrire servizi più evoluti lavorando sull’ampiezza e sulla disponibilità degli spazi, oppure favorendo lo sviluppo di un servizio di prestito dei giochi che si configura come una sorta di "prolungamento" della ludoteca nelle abitazioni circostanti, l’istituzione di una osmosi, di una continuità tra ludoteca e quartiere, basata sul filo rosso degli strumenti ludici e sulla necessità di diffondere i giochi anche tra i meno abbienti; in particolare, alla questione degli spazi appare legata l’importante prospettiva di aprire la ludoteca ad altre utenze sociali (adulti, genitori), che molti valutano positivamente proprio a partire dalla condizione che sia salvaguardata l’esclusività (fisica e soprattutto ludica) dello "spazio bambini", mentre altri valutano positivamente tout-court o ancor di più in quanto basata sulla condivisione degli spazi da parte dei bambini e dei genitori;
- un secondo insieme è definito dalle considerazioni che potremmo semplicisticamente definire "dell’oltre-ludoteca", per significare un’istanza di rompere i confini "naturali" della funzione ludica per proiettarsi al di fuori di essa (nelle scuole oppure "oltre" le scuole, verso i genitori oppure includendo i genitori), con l’obiettivo di andare incontro ad esigenze sociali più vaste (di assistenza psico-pedagogica, di orientamento, di comunicazione) e con un ruolo proiettato verso un obiettivo di ampia aggregazione culturale del territorio.
L’uno o l’altro di questi insiemi di possibili servizi, insieme con le evidenze che abbiamo già visto emergere a proposito sia delle definizioni di ludoteca che della individuazione dei bisogni sociali cui le ludoteche rispondono, proietta sulla professionalità degli operatori delle ludoteche uno spettro di aspettative e prospettive straordinariamente ampio e complesso. Le competenze professionali dei ludotecari cambiano anche di molto in funzione dei differenti contesti di impiego e si presenta in generale molto arduo il tentativo di sistematizzarle, di tracciare il profilo professionale del ludotecario.
Alcune chiavi di lettura di tale difficoltà ci sono state fornite dai nostri stessi intervistati:
- in primo luogo occorre valutare il contesto territoriale socio-culturale e la fascia di utenza di riferimento (fasce di età, status, bisogni);
- in secondo luogo, una differenza importante è introdotta dalla fisionomia pubblica o privata della ludoteca (dato che, nel primo caso, gli operatori provengono spesso da contesti operativi differenti, portandosi dietro retaggi professionali più o meno appropriati);
- infine, una variabile incidente decisiva sulla professionalità del ludotecario deriva dalla "missione" che la ludoteca intende darsi, dall’ampiezza e diversificazione dei servizi che intende offrire e che possono implicare da un minimo di rapporti organici, interattivi con le famiglie ad un massimo di rapporto con le istituzioni e gli altri soggetti sociali del territorio, in una logica di "rete" in grado di collegare tutte le attività di prevenzione e di sicurezza sociali.
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