Conoscere significa comprendere l'altro e solo se entriamo in stretta relazione con il suo linguaggio non verbale noi possiamo conoscere la natura di nostro figlio, i suoi ritmi biologici, i suoi bisogni reali e possiamo aiutarlo a crescere rispettando il suo "ambiente naturale".
Con lo scarabocchio si va ad esplorare soprattutto l'aspetto istintivo e affettivo del bambino che colora costantemente e rende vivace il comportamento. Questa sfera che si può indagare già dal primo stadio dell'infanzia attraverso i ricchi messaggi che manifesta: sorriso, pianto, gioia, dolore... E tutto ciò lo vediamo nel suo modo dì scarabocchiare. Questa parte del vissuto del bambino contiene tutte le emozioni e i sentimenti, che possono essere positivi o negativi; è compito dell'adulto scoprirli per indirizzare al meglio la vita del piccolo; aiutarlo a superare la paura, l'aggressività, la collera, le reazioni, le ansie e la gelosia significa rafforzare in lui le emozioni e i sentimenti legati al benessere, come l'amore, il piacere, la stabilità dell'umore e il rapporto con persone e cose. Lo scarabocchiare sul foglio permette una comunicazione tra adulto e bambino; il linguaggio non verbale serve al bimbo per esprimere tutto il suo universo interiore e poter così trasmettere l'intensità delle sue emozioni. Egli inizia così un rapporto più allargato, investendo l'energia vitale ed emotiva
su più oggetti.
Lo scarabocchio del bambino contiene due componenti tipiche: il gesto e la traccia. Nel primo sono compresi l'intenzionalità, la spontaneità, la casualità o il tentativo di rappresentazione. Il secondo comprende i controllo, la fluidità, la stentatezza l'occupazione dello spazio, la prevalenza delle linee curve o degli spigoli e così via: tutto ciò che poi, i seguito, può essere colto ed eventualmente interpretato.
Lo scarabocchiare, comprende almeno due momenti fondamentali che vanno dall'attimo in cui il bambino decide di lasciare una traccia a quando essa assume una forma. E' come quando si sceglie di scrivere o di disegnare qualcosa: si cerca la cosiddetta "ispirazione", che altro non è, se non un'elaborazione mentale finalizzata alla realizzazione di qualcosa.
Nel bambino piccolo ciò che assume grande importanza nel determinare l'attività grafica è l'elemento sensitivo e quello motorio. Col primo egli ha a disposizione un sistema assai raffinato, in quanto con gli organi di senso egli percepisce gli innumerevoli messaggi che il mondo circostante gli invia; col secondo egli è in grado di agire sul mondo stesso. Attraverso lo scarabocchio egli affina il suo modo di sentire e di percepire la realtà.
Dall'inizio della manipolazione degli oggetti, che ha origine a circa tre mesi di età, è tutto un susseguirsi di esperienze molto importanti per la sua vita intellettiva, affettiva ed emotiva.
Intorno ai due-tre anni, quando nella maggior parte dei bambini il grafismo è già presente, il livello di controllo è tale da permettere la coordinazione dei movimenti finalizzandoli alla realizzazione di un'opera "artistica".
La ricchezza del periodo prescolare non è sempre sufficientemente valutata dal mondo adulto, che tende o a considerare i "prodotti" del bambino come materiale da buttare, o ad eccedere in complimenti eccessivi, frutto più di iperprotettività che di vero atteggiamento educativo.
Già nell'asilo nido il bambino mette a fuoco il suo temperamento e il suo carattere. Se l'adulto riuscisse a spogliarsi delle proprie esperienze ed evitasse di proiettare la propria personalità su quella del bambino, potrebbe cogliere aspetti che altrimenti gli sfuggono. Uno dei vantaggi dello scarabocchio rispetto ad altre forme di espressione, è la possibilità di analizzarlo anche dopo la sua creazione. In questo senso risulta più significativo dell'espressione verbale che, seppur fissata su nastro magnetico, risulta meno carica di significati. L'impronta dello scarabocchio è poi osservabile dal bambino stesso, oltre che dall'adulto, per cui rafforza la naturale spinta alla comunicazione e alla relazione.
La conoscenza di questo linguaggio ci permette di conoscere meglio il bambino, a volte avaro nel concedere informazioni su di sé: un ragazzino con un'alta carica energetica, per esempio, proietterà nella manualità grafica tutta la sua vitalità, che risulterà fatta di colpi, sciabolate, stacchi e spigoli più che di linee morbide. Interpretando questi segnali impareremo a conoscere aspetti anche nascosti della sua personalità.