Il lattante fin dai primi giorni di vita osserva la realtà che lo circonda, a pochi mesi d'età si accorge che alcuni oggetti lanciati o trascinati contro le superfici producono delle tracce, capisce ben presto che è possibile raggruppare cose come penne, gessi, matite ecc. in categorie d'oggetti che lasciano tracce precise. La scoperta della traccia è fondamentale, il lattante si rende conto che un suo movimento dell'apparato respiratorio origina una traccia sonora che egli è in grado di udire e che possono udire anche gli altri. Il successo lo incoraggia a ripetere l'azione, per l'aspetto piacevole che ha per lui e per gli effetti che ha sulle altre persone.
Il bambino piccolo comprende rapidamente la differenza che esiste fra le tracce sonore e quelle grafiche, comprende che le prime svaniscono immediatamente, mentre le seconde sono evidenti, più durature, permangono a lungo al di fuori della persona che le ha provocate, testimoniando la sua presenza.
"È attraverso lo scarabocchio del suo primo anno di vita che il bambino traccia simbolicamente la sua individualità" (Crotti E. Magni A. "Come interpretare gli scarabocchi", Red edizioni).
Il segno per il bambino è una modalità più immediata di comunicazione rispetto al simbolo, perciò le figure e i gesti sono quasi sempre più efficaci delle parole per esprimere uno stato d'animo o per comunicare agli altri un avvenimento vissuto.
È generalmente ad un anno d'età che il bambino prende in mano la matita, i primi segni sono più il prodotto di colpi che il bambino dà sul foglio ( tanto da provocare dei buchi), che la volontà di produrre dei segni grafici. Il controllo motorio del bambino è ancora molto limitato, mentre la sua carica d'energia e d'entusiasmo è grande.
Sei mesi dopo che il bambino ha iniziato a scarabocchiare scopre la relazione fra i suoi movimenti ed i segni ottenuti.
Verso i 16 - 18 mesi si differenzieranno due attività grafiche: la scritture e il disegno. Il bambino è affascinato dal suo scarabocchiare disordinato, che rappresenta per lui una forma di gioco, un piacere puro fino a sé stesso.
Fra i due e i tre anni il bambino incomincia a dare un nome ai suoi scarabocchi, mostrando di voler attribuire dei significati al mondo circostante.
"Lo scarabocchio è all'inizio un evento cinetico che provoca piacere motorio e visivo, un espressione dei movimenti della mano e del braccio sostenuti da un'attività globale di tutto o di una parte del corpo in cui non interviene il fattore intellettivo se non l'intenzione di lasciare una traccia" (Oliverio Ferrraris A. " Il significato del disegno infantile" Boringhieri 1978).
Fase di sviluppo dello scarabocchio
La Kellog (1970) ha identificato quattro stadi per lo sviluppo delle capacità grafiche spontanee dai primi segni dei bambini di meno di 2 anni alle rappresentazioni grafiche di quelli di 5 anni che cominciano a copiare gli schemi offerti dalla società. Prima di questa età ogni bambino attraversa i quattro successivi stadi utilizzando le proprie percezioni ed attività personali senza influenze esterne, senza copiare la realtà che lo circonda.
Il primo stadio è detto Stadio dei modelli (2 anni) è caratterizzato dalla produzione di:
- Scarabocchi Elementari: sono semplici segni (linee singole, multiple, zig-zag, spirali cerchi imperfetti ecc.) espressione di variazione della tensione muscolare che non richiedono controllo visivo.
- Modelli di Organizzazione: consistono nelle differenti modalità di utilizzate dai bambini nel collocare gli scarabocchi sul foglio di carta (centrale, orizzontale, diagonale ecc.).
Il secondo stadio è detto Stadio delle forme (2-3 anni) è caratterizzato dalla produzione di:
- Diagrammi: sono i primi segni realizzati dal bambino che possiedono una organizzazione interna e consistono in linee singole utilizzate per formare croci, triangoli, ovali e altre forme che vengono disegnate utilizzando come riferimento i bordi del foglio. I bambini disegnano i diagrammi combinandoli fra loro o con scarabocchi semplici.
- Forme Diagrammatiche Emergenti: costituiscono un livello di transizione prima dei diagrammi, sono disegnate senza usare come riferimento il bordo del foglio, non presentano ancora forme definite.
Il terzo stadio è detto Stadio del disegno (3-4 anni) in cui il bambino raggiunge la capacità di unificare tra loro i Diagrammi per formare delle combinazioni . I disegni più diffusi in questo stadio sono i soli, i radiali formati da 2 o più croci centrati sullo stesso punto. Il bambino a questa età non scarabocchia più solo per il piacere del movimento o per sentire la resistenza della matita sul foglio, ma per rappresentare sensazioni interne vissute intensamente.
L'ultimo stadio è quello Pittorico (4-5 anni) è lo stadio del disegno rappresentativo. Il bambino comincia a disegnare simultaneamente figure umane, animali, edifici, vegetazione e mezzi di trasporto, combinando fra loro e differenziando le forme dei precedenti stadi. I primi disegni non sono basati sull'osservazione di oggetti o persone dell'ambiente del bambino, ma sono composizioni estetiche frutto di un precedente lavoro: una graduale evoluzione dai primi scarabocchi fino al disegno rappresentativo.
A diciotto mesi il bambino è costantemente centrato su di sé e fa cose che sente di dover fare indipendentemente da ciò che gli altri pensano o desiderano. A quattro /cinque anni, inizia a fare cose che gli altri approvano o si aspettano da lui, cerca di controllare i propri impulsi.
La successione cronologica degli stadi è orientativa sono frequenti regressioni o salti in avanti che dipendono dalla differenza individuale di ogni bambino e dalla stimolazione ambientale a cui è sottoposto.
Lo sviluppo della capacità rappresentativa dipende sia dallo sviluppo dell'apparato motorio, sia dallo sviluppo della percezione, che alla nascita è parziale e che si affina con l'età la scarsa abilità motoria non spiega del tutto il suo particolare modo di disegnare. Il bambino trae un grande piacere dalla scoperta del funzionamento congiunto della triade: occhio, cervello, mano.