Lo spettacolo scenico dove i personaggi sono rappresentati da figure di varia materia (stoffa, legno, metallo) “animate” dalla mano dell’uomo si chiama spettacolo di animazione. Il teatro di animazione si può considerare un importante sussidio al lavoro dell’educatore, non solo per il fascino che le marionette e i burattini esercitano sui piccoli, ma anche per l’incidenza psicologica che questa forma teatrale ha nella formazione della personalità del bambino. Costruendo un teatro e i personaggi che vi prenderanno vita, assegnando ad ogni burattino un carattere, una personalità e una conformazione fisica ben definita, il bambino vive un momento fondamentale del suo percorso educativo in cui al gioco iniziale si sostituisce lentamente la capacità creativa, inventiva propria di chi costruisce personaggi e comunica emozioni. I bambini, realizzando e costruendo insieme uno spettacolo teatrale, sviluppano inoltre un maggiore e più vivo interesse nei confronti dei compagni. E’ lavorando e giocando insieme che si viene a creare lo spirito e la coesione di gruppo indispensabile nel percorso formativo dei bambini che, allenando fantasia e creatività, esplorando e sperimentando un comune percorso di ricerca, trovano una nuova chiave espressiva. Lo spettacolo di animazione è diffuso in tutte le civiltà teatrali e si differenzia a seconda della tecnica usata per l’animazione dei pupazzi. Una prima fondamentale distinzione è quella tra burattini e marionette Nel teatro dei burattini i pupazzi sono mossi dal disotto, sia attraverso sostegni rigidi fissati al corpo e agli arti, sia direttamente dalla mano del burattinaio che con le prime tre dita muove la testa e le braccia del pupazzo. Il personaggio del burattino è principalmente racchiuso nella testa, mentre il vestito (o il corpo), naturale complemento del personaggio, nasconde la mano del burattinaio. Nel teatro delle marionette l’uomo muove i pupazzi mediante una serie di fili (da un minimo di tre a un massimo di nove) legati alle giunture mobili che fanno capo ad una crociera di legno. Le marionette sono veri e propri pupazzi, completi di braccia e gambe, di altezza variabile tra i 20 e 80 centimetri. Nel nostro secolo burattini e marionette prosperano come teatro per l’infanzia nei paesi in cui lo Stato si fa promotore di una politica diretta a questo scopo oppure dove esista un’antica e affermata tradizione tanto da rappresentare un’attrattiva turistica: nel primo filone si distinguono le scuole dell’Est Europeo, particolarmente di Cecoslovacchia, Romania e Unione Sovietica; al secondo filone appartengono, per esempio, le marionette di Salisburgo, specializzate nell’esecuzione delle opere di Mozart. Il burattino trova largo impiego nel teatro cinese e giapponese; anche in questi paesi l’origine si perde nella notte dei tempi, mentre una storia documentata risale al sec. XVI. Soprattutto in Giappone il teatro dei burattini svolse un ruolo analogo a quello svolto in Europa dalla marionetta: si impadronì della letteratura ufficiale. Nel teatro giapponese i pupazzi sono animati da uno o più burattinai a vista, mentre un’orchestra di suonatori e di attori, anch’essa visibile, su un lato del palcoscenico, fornisce la musica e le parole ai personaggi. Assenti nel teatro cinese e giapponese, le marionette compaiono nel teatro indocinese e nel teatro indiano con un repertorio largamente ispirato alle mitologie locali. Lo spettacolo dei burattini Il teatro delle marionette Il teatrino nelle mani Pupazzi e teatrini di fortuna Improvvisare e costruire un canovaccio
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